L'ODORE DELLA NOTTE

dal regista di AMORE TOSSICONON ESSERE CATTIVO
VALERIO MASTANDREA – MARGIO GIALLINI – GIORGIO TIRABASSI

Il noir culto di Claudio Caligari torna restaurato in 4K per il suo 25° anniversario
AL CINEMA DAL 20 NOVEMBRE

PROFONDO ROSSO di Dario Argento Torna al cinema dal 10 luglio

con VALERIO MASTANDREA   MARCO GIALLINI   GIORGIO TIRABASSI  e  LITTLE TONY
AL CINEMA DAL 20 NOVEMBRE
RESTAURATO IN 4K – 25° ANNIVERSARIO

PROFONDO ROSSO di Dario Argento Torna al cinema dal 10 luglio

IL RESTAURO

Realizzato nel 2023, il restauro è stato curato dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale a partire dai negativi scena e colonna messi a disposizione da Minerva Pictures, con la supervisione del direttore della fotografia Maurizio Calvesi.

IL FILM

Presentata alla Festa del Cinema di Roma nel nuovo restauro 4K, l’opera seconda di Claudio Caligari – regista di Amore tossico (1983) e Non essere cattivo (2015) – è pronta per tornare nelle sale a partire dal 20 novembre, distribuita da Cat People in collaborazione con Minerva Pictures.

Trampolino definitivo per la carriera di Valerio Mastandrea, qui protagonista e narratore senza filtri, Marco Giallini e Giorgio Tirabassi, L’odore della notte è una vorticosa epopea proletaria e criminale che cuce insieme stile, personaggi e ritmo senza compromessi, trasformando ogni momento in uno schiaffo, uno sfottò, un dolore sincero. Nel cast, anche Little Tony nei panni di se stesso.

SINOSSI

Nella Roma tra la fine degli anni ‘70 e i primi ‘80, Remo, poliziotto di giorno e rapinatore di notte, è a capo di una banda specializzata negli assalti ai quartieri alti. Tra dissidi con gli altri membri e alla ricerca della sua vera natura, è alla folle ricerca di un personalissimo riscatto sociale e umano. In un’escalation sempre più folle ed estrema di azione e violenza, finirà con l’accettare il proprio destino di “figlio di nessuno”.

TRAILER

«L’ILLEGALITÀ ERA IL MIO MESTIERE»

La prima volta ti fa tremare, la terza volta ti fa pensare. E la seconda? Beh, la seconda volta ti lascia ammirato e a bocca aperta. Stupefatto e anche un po’ dolorante, come dopo il ceffone che non t’aspetti. È questo l’effetto che fa ancora oggi L’odore della notte di Claudio Caligari, secondo tassello della trilogia lunga una vita; iniziata con Amore tossico e conclusa con Non essere cattivo: tre animali così volgari e neppure pari.

Adattamento libero del romanzo Le notti di «Arancia Meccanica» di Aleardo Sacchettoni, in arte Dido, L’odore della notte rappresenta il compromesso perfetto tra la greve crudezza stradaiola propria del crime più disilluso e lo sberleffo grottesco tipico delle vaissate di borgata dalla bocca larga. Figlio dei suoi tempi – quegli anni ’90 che, al momento della sua uscita nelle sale, stavano per concludersi lasciando in eredità tutta una serie di nuovi punti cardinali cine-criminali presto ribattezzati come neo noir – L’odore della notte resta un film attuale, visti i tanti classici contemporanei che, volente o nolente, da questo Caligari hanno attinto: si pensi, ad esempio, a Romanzo Criminale, piuttosto che a Lo chiamavano Jeeg Robot o, per restare alla stretta attualità, Una sterminata domenica. 

Perché passino le strizzate d’occhio a Taxi Driver o le ripetute citazioni a La grande rapina al treno, così come quel retrogusto spietato che sembra rimbalzare dritto dalle regie firmate dall’Umberto Lenzi dei pieni anni ’70 ma la vera forza de L’odore della notte risiede nella sua natura di strada, randagia e affamata, urgente perché sopravvissuta in qualche modo alla fame. Dunque tanto vera quanto realisticamente violenta e credibile. Dura a morire, quindi a passare di moda e d’attualità: perché educata, probabilmente costretta, fin dalla nascita, a restare in vita nonostante gli stenti e le notti trascorse all’addiaccio. 

Amato e odiato, L’odore della notte è un film incapace di lasciare indifferente chi lo guarda. Che sia infatuazione o disgusto, L’odore della notte provoca reazioni che non si dimenticano. Quando uscì Roberto Nepoti lo definì, sulle colonne di Repubblica, un film che necessita di qualche istruzione per l’uso. Più che altro, se si vuole davvero apprezzare L’odore della notte, bisogna saper incassare, consapevoli del fatto che vi manderà comunque al tappeto. 

CLAUDIO CALIGARI

Nato ad Arona nel 1948, Claudio Caligari inizia  a farsi conoscere come documentarista negli ambienti del cinema indipendente e di ricerca sociale, intorno alla metà degli anni ‘70.

Il suo lavoro prende spunto sia dalle problematiche delle realtà giovanili disagiate sia dall’impegno politico e nel 1976 esordisce, come autore, con Perché droga, primo film documentario sulla tossicodipendenza in Italia, diretto da Daniele Segre e Franco Barbero e girato a Torino.

Verso la fine del decennio inizia a dedicarsi anche al cinema di finzione, lavorando come aiuto regista per autori come Marco Ferreri, Marco Bellocchio e Pier Paolo Pasolini.

Del 1983 è Amore tossico, primo suo film di finzione, col quale riesce a fondere la sua esperienza da documentarista con il neorealismo (i protagonisti vengono tutti dalla strada) e la cinefilia, arrivando a una messa in scena cruda, esplicita e senza compromessi che sarà cifra stilistica e motore anche dei film successivi, sempre atti a dipingere in un modo del tutto personale le classi più disagiate e personaggi emblematici.

In mezzo a tanti progetti mai portati a termine, il suo secondo lungometraggio è L’odore della notte del 1998, un vorticoso neo-noir che lancia la carriera di Valerio Mastandrea e Marco Giallini, mentre del 2015 è Non essere cattivo, con cui scopre definitivamente Luca Marinelli e Alessandro Borghi, spaccato della periferia romana dei primi anni ‘90.

Su di lui è stato realizzato nel 2019 il documentario Se c’è un aldilà sono fottuto – Vita e cinema di Claudio Caligari di Fausto Trombetta e Simone Isola.

IN QUALI CINEMA VEDERLO

L’ODORE DELLA NOTTE di Claudio Caligari

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